Il viaggio oltremondano del Profeta nell’iconografia musulmana
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-7362/3432Abstract
La pittura islamica e in particolare l’illustrazione dei manoscritti, opere a circolazione limitata e prevalentemente privata, ha avuto una notevole diffusione godendo del patrocinio delle corti. Alcune pitture, soprattutto quelle che illustrano l’Ascensione celeste del profeta Muhammad (mi’râj), ma anche le Storie dei Profeti, pitture datate al XIV e XV secolo, rappresentano l’uno e gli altri col volto scoperto. Solo relativamente tardi, in particolare nel mondo iranico, ma anche presso gli ottomani o i Moghul dell’India, il volto del Profeta diventa una convenzione iconografica. Un versetto coranico afferma che Dio parla all’uomo o per Rivelazione o dietro a un velame. Per questo nell’iconografia della pittura islamica si constata che il Profeta o altri personaggi possono figurare con il volto coperto da un velo. Questo segno di rispetto, col tempo, si trasformerà in parola e il sembiante del Profeta sarà reso calligraficamente.
Islamic painting and particularly miniature painting illustrating manuscripts, books restricted to few people and for personal use, had a considerable circulation thanks to the patronage of courts. Some paintings, chiefly those illustrating the heavenly Ascent of the prophet Muhammad (mi’râj), but also Histories of Prophets, paintings dated to the XIV and XV century, show him and the others barefaced. Only fairly later, particularly in the iranian world, but also among Ottomans or the Moghuls of India, the face of the Prophet becomes an iconographic convention. According to a Koranic verse God speaks to man either through Revelation of behind a veil. For this reason in the iconography of islamic painting the Prophet or other people may appear with the face covered by a veil. This sign of respect, in the course of time, changed and the countenance of the Prophet was rendered in words, that is calligraphically.
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