Malefactores fecerunt insultum. Una rapina e le sue conseguenze agli inizi del XIV secolo
DOI:
https://doi.org/10.54103/2611-318X/13997Parole chiave:
Rapine, rappresaglie, mercanti milanesi, testamenti, relazioni intercittadineAbstract
Il contributo analizza un rotolo documentario, conservato presso l’Archivio di Stato di Mantova, che tramanda la vicenda che coinvolse Simone de Frondonis, mercante milanese e membro del Terz’Ordine della stessa città. Impegnato nel commercio di beni di lusso, egli fu rapinato in prossimità di Reggio Emilia. Il mercator denunciò il furto agli officiali reggiani, mettendosi allo stesso tempo in contatto con le istituzioni milanesi. La questione ebbe uno sviluppo rapido: in poco tempo due dei briganti coinvolti vennero arrestati e impiccati, e il mercante tornò in possesso di una esigua parte di quanto era stato trafugato. Davanti al diniego delle istituzioni reggiane di procedere con ulteriori compensazioni a suo favore, Simone ottenne dalla sua città la possibilità di esercitare diritto di rappresaglia fino a quando non avesse recuperato la somma perduta. L’analisi del dossier, in cui sono conservate le denunce di Simone, gli inventari dei beni derubati e delle spese sostenute a Reggio Emilia, i testamenti dettati in carcere dai due briganti condannati all’impiccagione e le lettere spedite da Milano per fare pressione sulle istituzioni reggiane, permette non solo di illuminare la vicenda da una prospettiva di primissima mano, quella degli attori coinvolti, ma anche di definire come un evento di questo tipo potesse influenzare le relazioni intercittadine nell’Italia del primo Trecento.
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