Permessi di costruire lungo il “fosso di Milano” (1450-1499)

Autori

DOI:

https://doi.org/10.54103/2611-318X/14000

Parole chiave:

Cerchia dei navigli, soste, trasformazioni urbane di Milano (XV secolo)

Abstract

È noto che nella Milano del Quattrocento furono date numerose concessioni di costruire soste lungo il fosso di Milano (i navigli interni oggi interrati) per il carico e scarico merci o la vendita di materiali. Vogliamo qui documentare varie licenze a privati di usufruire di spazi edificabili lungo le rive del fossato e presso l’antica cittadella e la darsena di porta Ticinese, comprese le torrette e vari brani dell’antico muro cittadino, non solo per costruire degli impianti artigianali e commerciali, ma per ampliare abitazioni, orti e giardini e aggiungere manufatti nuovi a edifici già esistenti. Si privatizzavano le rive, parti del terraggio, l’alveo del fosso e le numerose torrette del circuito antico, con donazioni in forma definitiva ed ereditaria. I richiedenti avvaloravano le loro richieste denunciando il degrado diffuso degli spazi e la perdita dell’originaria funzione difensiva degli antichi manufatti e osservando che il vantaggio privato si sarebbe abbinato all’ornamento della città. La rilettura sistematica di una documentazione in parte già nota, mette in luce il passaggio dal pubblico al privato di vari lotti di terreno, in genere piccoli e interstiziali, ma numerosi, segno del progressivo abbandono di antiche fortificazioni, mura, torrette, rive e acque. Un’altra evidenza delle lettere patenti è che solo pochi beneficiari erano mercanti e artigiani, ma piuttosto uomini e donne vicini alla corte ducale: officiali, magistrati ducali, servitori e servitrici della corte, favoriti dei principi, soldati e capisquadra, persone insomma che bazzicavano l’entourage ducale e che facevano valere la loro prossimità ai duchi per ottenere questi e altri tipi di favore.

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Pubblicato

2020-07-20

Come citare

Covini, M. N. (2020) «Permessi di costruire lungo il “fosso di Milano” (1450-1499)», Studi di storia medioevale e di diplomatica - Nuova Serie, (3), pagg. 361–380. doi: 10.54103/2611-318X/14000.