Rappresentare i paesaggi delle Alpi. Le scritture del notaio Ruggero Beccaria per l’ospedale di S. Romerio di Brusio e di S. Perpetua di Tirano
DOI:
https://doi.org/10.54103/2611-318X/16148Parole chiave:
Medioevo, Valtellina, Alpi, Como, Ospedali, Notariato, Linguaggio notarileAbstract
Nel 1237, le chiese di San Romerio di Brusio e di Santa Perpetua di Tirano, con il loro ospedale, furono riunite in un solo soggetto, cui pervennero beni e diritti di entrambi gli istituti. Il notaio Ruggero Beccaria fu il protagonista nella gestione di quel delicato passaggio, sia dal punto di vista istituzionale sia per la relativa scritturazione. Egli redasse tre quaterni di cartulario (1244) e un inventario di beni (1255, edito in appendice a questo contributo), oltre a più di settanta documenti sciolti. Il saggio indaga se e quanto le scritture redatte da Ruggero, con le loro formalizzazioni in strutture grafiche e concettuali, fossero in grado di rappresentare il paesaggio montano e la relazione con esso. La loro analisi ha evidenziato una specializzazione lessicale sensibile e un uso di strutture linguistiche particolarmente accurato per l’identificazione precisa degli spazi. Inoltre, grazie all’uso sapiente della deissi, la relazione degli uomini con lo spazio risulta sempre chiaramente individuata e socialmente definita. In questa prospettiva, Ruggero seppe usare il paesaggio in modo solidale ai propri obiettivi di costruzione di forme di rappresentazione, ponendo in relazione luoghi, istituzioni, azioni, strategie di potere. Le forme notarili, allora, si contaminavano con prassi narrative, generando così rappresentazioni squisitamente politiche.
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