Padova e le sue acque nella prima età moderna

Autori

  • Massimo Galtarossa

DOI:

https://doi.org/10.54103/2611-318X/18288

Parole chiave:

Padova, calamità naturali, dispacci, Seicento

Abstract

Avvalendoci di una fonte seriale conosciuta, ma non sufficientemente esplorata, come i dispacci dei rettori veneti di Padova per gli anni 1602-1630, il periodo di importanti rotture degli argini e dell’esondazione dei fiumi, intendiamo proporre l’esame di questo caso studio per trasportare il disastro naturale nel campo della storia sociale ed economica. Il rapido confronto con la documentazione di altre podesterie (Verona, Vicenza e Chioggia) per l’anno funesto del 1608 consente di coglierne la rappresentatività del periodo storico. In quell’anno a Padova la crisi nell’approvvigionamento emerge nelle contraddizioni nei rapporti città e campagne e nel riproporsi delle tensioni sociali. Il quadro è desolante: una principale via di comunicazione come la strada mestrina è trasformata in colabrodo dalle acque, si accumulano ‘diluvi’ di neve in città che diventano ingombranti flagelli per i rappresentanti veneziani e la popolazione del territorio. Nel 1612 le piogge non sono riconducibili alla categoria di maltempo ma, per la fragilità della rete idrografica padovana, contribuiscono nuovamente alle rotture degli argini. Nel 1627 a Este, nella bassa padovana, la gravità della situazione spinge a livello locale a cercare di comprendere le connessioni geografiche di questo ‘mondo liquido’ perché le acque dell’alto vicentino influenzano quelle della bassa padovana.

Downloads

I dati di download non sono ancora disponibili.

Dowloads

Pubblicato

2022-10-30

Come citare

Galtarossa, M. (2022) «Padova e le sue acque nella prima età moderna», Studi di storia medioevale e di diplomatica - Nuova Serie. doi: 10.54103/2611-318X/18288.