Tutrici, procuratrici e testimoni nella Sicilia medievale (secoli XIV-XV)

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DOI:

https://doi.org/10.54103/2611-318X/20897

Parole chiave:

Sicilia, donne, basso medioevo, tutrici, procuratrici, testimoni

Abstract

Il saggio analizza il ruolo delle donne siciliane, nei secoli XIV e XV, come tutrici, procuratrici, testimoni, e il loro spazio nell’ambito delle attività giudiziarie, attraverso un confronto tra le norme di legge incluse nelle consuetudini di città e terre demaniali e le informazioni presenti nei documenti dell’Archivio di Stato di Palermo, in primo luogo nei registri del fondo Notai. Emerge l’importanza delle vedove benestanti, come amministratici del patrimonio familiare, e delle donne, in genere, come procuratrici di figli e mariti. Si evince che, contrariamente alle donne facoltose, quelle meno abbienti, in genere, non erano obbligate a restare vedove per potere essere tutrici dei figli. Ritroviamo le donne come testimoni nei monasteri, nei processi per magia e nelle cause matrimoniali. Osserviamo che la ricusazione delle testimonianze femminili, oltre che sullo spergiuro, si basava essenzialmente su accuse legate alla sfera morale e sessuale

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Pubblicato

2023-12-01

Come citare

Sardina, P. (2023) «Tutrici, procuratrici e testimoni nella Sicilia medievale (secoli XIV-XV) », Studi di storia medioevale e di diplomatica - Nuova Serie, (7), pagg. 101–117. doi: 10.54103/2611-318X/20897.

Fascicolo

Sezione

Saggi