Abstract
«Un labirinto nel quale si aprono altri labirinti»: la formula con cui Italo Calvino definiva l’universo poetico dell’Orlando Furioso è perfettamente applicabile anche al Conquisto di Granata (1650) di Girolamo Graziani. La poesia epica storica dedicata all’evento spartiacque relativamente recente della Reconquista – la conquista di Granada (1492) – ha assorbito alcune delle tendenze e trasformazioni più significative subite dal genere epico nel Seicento, tra cui la dialettica coesistenza del “meraviglioso” e del “verisimile”, la ricerca di novità e varietà, l’intrusione della storia moderna. Il saggio tratta dell’adozione e della ri-elaborazione di classici topoi epici appartenenti alla dimensione del “meraviglioso”: lo scontro allegorico tra Cielo e Inferno, armi celesti, loci amoeni, maghe affascinanti, orribili mostri illusori e altri espedienti magici ereditati dalla tradizione epica cavalleresca. Un’attenzione particolare è dedicata all’interazione degli elementi caratteristici dell’epica, come il ‘meraviglioso’ provvidenziale e ‘fantastico’, con la dimensione della storia moderna (incarnata dalla figura di Cristoforo Colombo), chiaramente percepita nell’intricato mondo del poema di Graziani che, similmente all’epica ariostesca, si rivela un «universo a sé in cui si può viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, perdercisi».