«Questa che ’l vulgo appella morte»: il martirio (e la morte) degli eroi nella "Gerusalemme liberata"
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Parole chiave

Torquato Tasso
Gerusalemme liberata
morte
martirio
Sofronia
Goffredo
Sveno
Solimano

Come citare

Tomasi, F. (2021). «Questa che ’l vulgo appella morte»: il martirio (e la morte) degli eroi nella "Gerusalemme liberata". AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista Di Epica, 2(II), 183–204. https://doi.org/10.54103/2724-3346/17267

Abstract

Il pensiero della morte quale esito possibile del destino di un eroe costituisce un momento cruciale nella definizione etica dei cavalieri della Gerusalemme liberata. È in particolare la fortitudo di marca aristotelica a guidare alcuni cavalieri cristiani che dimostrano di affrontare la morte con piena consapevolezza in nome della logica del martirio: Sofronia, Goffredo e Sveno rappresentano tre diverse manifestazioni di questa ideologia in nome della quale la morte si configura come una vittoria. Anche i cavalieri pagani, soprattutto la figura di Solimano, illustrano spesso una visione pienamente consapevole della propria morte in nome di un valore collettivo, alternando così la partecipazione allo spettacolo orroroso della guerra con momenti di introspettiva riflessione.

https://doi.org/10.54103/2724-3346/17267
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