Abstract
Frutto della mescidanza di elementi strutturali e stilistici riconducibili a differenti generi letterari, Le Confessioni d’un Italiano evidenziano un fitto rapporto intessuto da Ippolito Nievo con la tradizione epica. Tale legame, ben più profondo di quanto non sembri, è rilevabile in numerose zone dell’opera e a differenti livelli: dalla presenza dell’Orlando furioso di Ludovico Arioto e della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso, fra i libri più amati da Clara per le sue letture notturne, agli influssi di tali modelli, deducibili da un loro riutilizzo ironico per quel che concerne l’impianto onomastico dell’opera; dal paragone umoristico fra le scorribande infantili di Carlino e Pisana nei dintorni del castello di Fratta e le avventure dei paladini, fino al riferimento chisciottesco per smentire le illusioni giovanili del protagonista-narratore del romanzo.