Abstract
La traduzione cesarottiana delle Poesie di Ossian risaputamente introduce in Italia alcuni stilemi, immagini e movenze linguistiche che saranno poi il seme della nuova sensibilità romantica. Nel 1825 Giovanni Torti, poeta di formazione pariniana “convertitosi” poi al Romanticismo, pubblica la traduzione di uno dei meno noti poemi epici dell’Ossian: Oinamora. Il testo base della traduzione non sarà però quello inglese di Macpherson, come per Cesarotti, bensì una più tarda traduzione latina di area inglese (1807), pubblicata con il testo a fronte di quello che vorrebbe essere l’originale celtico. L’articolo intende confrontare le due traduzioni (Cesarotti 1772 - Torti 1825) per metterne in luce le differenti scelte metriche, stilistiche e linguistiche, e per ragionare sui diversi modelli epici di riferimento; nel tentativo di restituire un’istantanea dello sviluppo del nuovo gusto poetico italiano, osservato a sessant’anni di distanza da quel fenomeno letterario unico che fu la pubblicazione delle Poesie di Ossian tradotte dall’abate Melchiorre Cesarotti.