Perché l’essere umano non può essere come un lombrico? Wilfred Bion e il transindividuale

Autori

  • Felice Cimatti Università della Calabria

DOI:

https://doi.org/10.13130/2239-5474/4683

Parole chiave:

Wilfred Bion, Melanie Klein, transindividuale, altro, linguaggio, pensieri

Abstract

Domanda. Se il paziente sa quello che sta facendo, e lei sa perché lo sta facendo, perché interpretare quello che sta facendo anziché chiedergli perché lo fa? Bion. Questo è un altro mistero. Perché non trasferirlo direttamente da lui stesso a lui stesso? Perché è necessaria una persona esterna? Perché l’essere umano non può essere come un lombrico? Perché avere un partner? Perché non avere una vita sessuale con sé stessi senza altre seccature? Perché non si può avere una relazione direttamente con sé stessi senza l’intervento di una specie di levatrice mentale o fisica? Pare che abbiamo bisogno di “rimbalzare” su un’altra persona, di avere qualcosa che rifletta indietro quello che diciamo prima che esso possa diventare comprensibile (Bion, 1984b, p. 59).

Per sapere chi sono io devo chiederlo a te. Quindi la mia essenza è fuori di me. Tu, gli altri, siete il ‘mio’ segreto. La natura eccentrica dell’animale umano viene percorsa attraverso una riflessione sull’opera dello psicoanalista Wilfred Bion. Avendo in mente una domanda finale: se io sono tu, l’Io – propriamente - non esiste. Allora è un impostore? C’è un modo per essere io che non sia fittizio?

Biografia autore

Felice Cimatti, Università della Calabria

Dipartimento di Studi Umanistici

Professore associato

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Pubblicato

2015-02-12

Fascicolo

Sezione

Atti