Istituzioni ritmiche e fine del tempo. "Modo" e "neuma" nel canto gregoriano e in Olivier Messiaen

Autori

  • Marco Mazzolini

DOI:

https://doi.org/10.13130/2035-7362/809

Abstract

Prendendo le mosse dall’esame del ciclo pianistico Quatre études de rythme, di Olivier Messiaen (e in particolare del terzo brano, Neumes rythmiques), scritto fra il 1949 e il 1950, l’articolo delinea un sintetico confronto fra due differenti espressioni dell’arte musicale. Da un lato una composizione della metà del Novecento: repertorio profano, strumentale, frutto di concezioni individuali, testimonianza della fase post-tonale del pensiero musicale. Dall’altro la monodia gregoriana: repertorio sacro, vocale, anonimo, che esprime concetti formali pre-tonali. Occasione di tale raffronto è l’indagine sulla portata concettuale e tecnica di termini chiave come “modo” e “neuma”, che Messiaen mutua dalla teoria musicale medioevale facendone oggetto di riflessione teorica e principio di concezioni tecniche. L’articolo tenta di sondare la complessa trama di rapporti mediante la quale due espressioni artistiche apparentemente agli antipodi entrano in contatto e si illuminano a vicenda.

 

Expanding on the study of the piano cycle Quatre Études de Rythme (“Four Studies in Rhythm”) by Olivier Messiaen (and especially the third Étude, Neumes Rythmiques), composed in 1949–1950, this article provides a brief comparison between two different expressions of art music. On the one hand we have a composition dating back to the mid-1900s: profane instrumental music, the result of individual conceptions, bearing witness to the post-tonal development in musical thought. On the other, Gregorian monody: sacred vocal music, anonymous, expressing formal pre-tonal concepts. This comparison is developed by looking at the conceptual and technical meaning of key terms, such as “mode” and “neume”, which Messiaen turned from Mediaeval musical theory into subjects for theoretical reflection and a principle of technical conceptions. The article sets out to discuss their complex inter-relationships whereby these two artistic, seemingly opposing, expressions converge and are thus reciprocally enhanced.

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Pubblicato

2011-01-16