La fatica mistica di Michele Federico Sciacca. Un travaglio che procede da lontano

Autori

  • Valentina Amorosino

DOI:

https://doi.org/10.13130/2035-7362/13120

Parole chiave:

Michele Federico Sciacca, Bernard of Clairvaux, Mysticism, Knowledge

Abstract

L’obiettivo che questo lavoro si propone è quello di rintracciare nella prosa appassionante e appassionata di Michele Federico Sciacca tracce che rimandano alla speculazione filosofica di Bernardo di Chiaravalle. Divisi nel tempo, ma compartecipi di un modo comune di intendere la categoria mistica, i due filosofi appaiono uniti nella condivisione di una stessa sensibilità. È una filiazione che accoglie più interrogativi che certezze, primo tra tutti, il perché Sciacca non citi mai direttamente Bernardo, cosa che invece ripetutamente fa con Agostino, Tommaso, Bonaventura, e altre colonne portanti del pensiero. Sono molte in tal senso le ipotesi che vengono prese in considerazione, tra queste l’idea che per il filosofo di Giarre, Bernardo fosse non una semplice fonte, ma una lente attraverso la quale guardare meglio e più lontano. Un legame taciuto dunque, tenuto a riparo dalla vista dei più, quello che Sciacca ha lasciato crescere tra le pieghe dei suoi scritti. I due filosofi sfidano il tempo e si trovano, o ri-trovano dentro una sincronicità filosofica che li vede messaggeri dagli stessi valori. In questo forse “immaginario” dialogo tra un pensatore che ha saputo sporgere lo sguardo oltre il suo secolo, e uno che non ha mai perso occasione per riflettere e riflettersi attraverso il passato, è possibile ritrovare e godere della tensione emotiva dell’essere umano che pretende di ricongiungersi con l’Assoluto.

The aim of this paper is to find in Michele Federico Sciacca’s fascinating and passionate prose traces that refer to Bernard of Clairvaux philosophical speculation. Distant in time, but sharing a common way of understanding the mystical category, the two philosophers appear united in having the same sensitivity. It is a filiation that welcomes more questions than certainties. First of all, why Sciacca never quotes Bernard directly, something that instead he repeatedly does with Augustine, Thomas, Bonaventure, and many others. In this sense, many hypotheses are taken into consideration, including the idea that for the philosopher of Giarre, Bernard was not just a source, but a lens through which to look better and further awy. A silent relationship, therefore, kept away from the sight of most, that which Sciacca has allowed to grow between the folds of his writings. The two philosophers defy time and find themselves, or refind within a philosophical synchronicity that sees them as messengers of the same values. In this perhaps “imaginary” dialogue between a thinker who has been able to look beyond his century, and one who has never missed an opportunity to reflect and reflect through the past, we can find and enjoy the emotional tension of the human being who claims to reconnect with the Absolute.

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Pubblicato

2020-03-04

Fascicolo

Sezione

Saggi