Quale proposta al futuro. Filologia immaginaria tra Berio e Abelardo
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-7362/3201Abstract
Lo scritto fa riferimento al contributo di M.Ophälders, Severino Boezio e Luciano Berio, contenuto in questo numero della rivista. Riprende il tema beriano del ricordo al futuro e ne sviluppa l’aspetto etico-politico, attraverso un confronto fra Berio e alcuni aspetti del pensiero logico di Abelardo a proposito del rapporto con la tradizione e sull'analogia fra discorso musicale e discorso verbale.
Berio si allontana dai compositori del Novecento che si sono posti in radicale rottura con la tradizione musicale, ma che pure hanno aperto nuovi orizzonti, e considera fondamentale il dialogo con il passato, che non consiste in una sua accettazione acritica, ma in un costante e costruttivo confronto che consente ai nuovi elementi di prendere consapevolezza delle proprie origini e agli elementi del passato di rivivere trasfigurati. Si delinea così una Filologia immaginaria creatrice di un'opera aperta al futuro in cui il nuovo linguaggio e le nuove forme risultano significativi per il mondo contemporaneo.
Il confronto con Abelardo mira a chiarire in che senso il nuovo linguaggio risulta significativo. Intendendo il significato dell'elemento musicale come sermo e quello del discorso musicale come dictum, emerge con più chiarezza come la consapevolezza della convenzionalità del linguaggio, che pone le premesse della rottura con il sistema tonale e della creazione del nuovo linguaggio e insieme l'esigenza di garantire un legame con la realtà – in musica l'esperienza storica –, rendano possibile all'idea del compositore di concretarsi nell'opera musicale e farsi proposta di verità per il pubblico contemporaneo.
This paper refers to the contribution of M. Ophälders, Severino Boezio and Luciano Berio, published in this issue of the magazine. It takes up the berian theme of ricordo al futuro of which develops the ethical and political aspects through a comparison between Berio and some aspects of the logical thought of Abelard on the subject of the relationship with the tradition and on the analogy between musical discourse and verbal speech.
Berio moves away from the twentieth century composers who radically break with musical tradition, but also open new horizons, and emphasizes the importance of the dialog with the past, that is not an uncritical acceptance, but a constant and constructive comparison that allows new elements to be aware of their origins and the past elements to live again transfigured. In this way the author proposes a Filologia immaginaria that produces a work aperta al futuro in which the new language and new forms are significant for the contemporary world.
The comparison with Abelard aims to clarify the sense in which the new language is significant. If we intend the meaning of the musical element as sermo and the musical discourse as dictum, we understand more clearly that the awareness of the conventionality of language – which lays the foundations for the rupture with the tonal system and for a new language – with the need to ensure a link with reality – in music with the historic experience – allow the idea of the composer to materialize in the musical work and become proposta di verità for the contemporary public.
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