A proposito di Marrou, Agostino e la musica
DOI:
https://doi.org/10.13130/2035-7362/803Abstract
Dal Traité de la musique selon l'esprit de Saint Augustin (1942) di H.-I. Marrou emerge la relazione tra la musica francese degli anni Trenta e il pensiero non-conformista. L’accento posto sul momento fruitivo della musica e in particolare sul suo fine etico si riallaccia ai propositi della rivoluzione spirituale che informa il cosiddetto spirito del 1930 e il manifesto della Jeune France: leggere il Traité può essere utile per affrontare le poetiche musicali umaniste degli anni Trenta, e al contempo il contesto storico spiega e giustifica il pensiero di Marrou, che può apparire altrimenti poco interessante.
Quest'ultimo viene infatti sviluppato sulla scia del platonismo cristiano mediato da Agostino, che viene sottoposto a una serie di piccoli mutamenti in funzione di una migliore e più attuale teologia morale. L'esito filosofico non è tuttavia dei più convincenti, vuoi per i numerosi appelli al principio d'autorità, vuoi per le frequenti contraddizioni argomentative che emergono dal testo in modo evidente. La tensione tra la fedeltà alla dottrina, il tentativo di rilettura della musica in chiave apologetica e la proposta di una filosofia pratica producono così un vistoso scacco metodologico che rappresenta uno dei limiti maggiori del Trattato.Le considerazioni di Marrou sul rapporto tra cristianesimo e filosofia antica sono certamente molto interessanti ma assai discutibili da un punto di vista storico-filosofico. L’autore si spinge fino a correggere Agostino stesso, soprattutto per quanto riguarda la componente pitagorica della sua riflessione, per sottolineare invece una componente religiosa della musica che non sembra così evidente nella riflessione agostiniana.
H.-I. Marrou's Traité de la musique selon l'esprit de Saint Augustin (1942) is a useful document about the relationship between 1930s French music and non-conformist culture. His stress on the moral aim of music recalls the claim for a spiritual revolution that informs the spirit of 1930 and Jeune France's manifesto: the reading of Marrou's Traité helps us defining the humanistic poetics of music of the '30s, and the historical context mutually explains and justify most of Marrou's thought (otherwise apparently weak).
His thought is in fact developed in the wake of Christian Platonism revised by Augustine, subject to a series of small changes in sight of a better and more relevant moral theology. The philosophical outcome isn't very convincing, both for many appeals to the authority principle, and for frequent contradictions clearly emerging in his arguments. The tension between the fidelity to the doctrine, the attempts to re-read the music from an apologetic viewpoint and the aim to suggest a practical philosophy produces a methodological setback so striking that it represents one of the greater limits of the Treaty.
Marrou's remarks about the relationship between Christianity and ancient philosophy are certainly as interesting as questionable from the point of view of the history of philosophy. He goes so far to correct Augustine himself, especially as regards the Pythagorean influence on his thought, to stress instead a religious component of the music that doesn't seem so evident in the Augustinian analysis.Dowloads
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