Riflessioni sui cantieri alfieriani aperti o chiusi; con qualche prospettiva di ricerca e di metodo
DOI:
https://doi.org/10.13130/2499-6637/12400Abstract
In margine alle giornate del convegno internazionale “Vittorio Alfieri: éditer, commenter, traduire”, (Parigi, 16 e il 17 febbraio 2018), il saggio propone alcune riflessioni sui più recenti cantieri bibliografici alfieriani in corso o chiusi, aprendo qualche prospettiva per il futuro. Condizione di base per avventurarsi su questo terreno è la possibilità di disporre di edizioni critiche: l’Edizione Nazionale, promossa dal Centro Nazionale di Studi Alfieriani a partire dal 1951 e continuata dalla Fondazione omonima, ha dato un valido contributo. Gettando uno sguardo d’insieme sulla gloriosa collana, tuttavia, almeno quattro opere hanno richiesto e richiedono edizioni critiche nuove: la “Vita”, i trattati politici “Della Tirannide” e “Del Principe e delle Lettere” e le “Rime”. Uno dei tasti dolenti della critica e dell’editoria alfieriane è poi la carenza quantitativa e qualitativa di edizioni commentate. Migliori risultati giungono invece da altre ricerche, come l’indagine sulla biblioteca, o meglio sulle biblioteche alfieriane, o il progetto internazionale “Digital Alfieri”, nato nel 2015 e tuttora in corso. Le opportunità che possono fornire le tecnologie digitali coniugate a un rigoroso metodo filologico sarebbero assai proficue anche per le indagini sull’epistolario. La filologia delle traduzioni alfieriane, infine, pur apparendo come un aspetto marginale nel ‘mare magnum’ della produzione dell’autore, mostra qualcosa di utile quanto ai problemi che ha posto e al metodo con cui affrontarli.
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