Le decime dai signori alle comunità nella Lombardia settentrionale (XIV-XVI secolo)
DOI:
https://doi.org/10.54103/2611-318X/12995Parole chiave:
Alpi, diritti di decima, signoria rurale, comunità ruraliAbstract
Alla fine del medioevo in larga parte della Lombardia settentrionale la decima mutò profondamente il suo significato sociale: una delle secolari basi, simboliche e pratiche, del dominio signorile passò sotto il controllo delle comunità, mediante la vendita o perlomeno la sub-investitura dei diritti di esazione. Queste ultime approfittarono delle difficoltà finanziarie di antiche famiglie aristocratiche, ne logorarono le posizioni astenendosi dal versamento dei prodotti, affrontando le controparti in lunghe cause, servendosi delle divisioni e della competizione fra i detentori di prerogative signorili. Così, in un contesto più generale in cui il privilegio politico ed economico veniva profondamente turbato dalla congiuntura trecentesca e dal consolidamento a livello regionale di un nuovo regime politico, le comunità si assicurarono la possibilità di prelevare una ingente quota sui prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento, impedendo che le posizioni di rendita perdute dagli antichi potenti locali venissero acquisite esclusivamente da nuove oligarchie urbane o borghigiane.
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