Di monaci e abati («Decameron» I 4)
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Abstract
Partendo dallo studio della novella I 4 del Decameron (quella in cui un abate perdona la lussuria di un giovane monaco, perché questi l’ha sorpreso commettere lo stesso peccato), l’autore individua, nella letteratura romanza del Medio Evo e del Rinascimento, due modelli narrativi di base: quello della citata novella (De l’evesque qui beneï lo con; Novellino, LIV e Decameron I 4 e IX 2); e quello, per certi aspetti affine, in cui un religioso beffa il borghese o il villano della cui moglie è l’amante (Decameron, III 4, VII 3, IX 10; Sacchetti, Trecentonovelle, 207; Poggio Bracciolini, Liber facetiarum, 203; Masuccio, Novellino, I 3). In entrambi i modelli può trovarsi il motivo delle “brache del prete”, ma nel secondo acquista i toni di “beffa” che mancano nel primo
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