Riaffiorano gli abbozzi de 'L’infinito'. Sono davvero dei falsi?
DOI:
https://doi.org/10.13130/2499-6637/15942Parole chiave:
Giacomo Leopardi, Leopardi, autografi, falsi, attribuzioneAbstract
Le carte degli autori, finché restano nella disponibilità del collezionismo privato, sono come fiumi carsici che scompaiono e ricompaiono. Questo articolo riguarda due abbozzi già noti de 'L’infinito', uno in versi l’altro in prosa, oggi ritenuti concordemente dei falsi. Il dott. Fabio Massimo Bertolo, direttore di Finarte, mi ha informato che la casa d’aste ha in affidamento la carta originale di quegli abbozzi e me ne ha messo a disposizione la riproduzione, che col suo permesso pubblico qui in fondo all’articolo. Me ne occupo perché mi sembra un bel caso da investigare con gli strumenti propri della filologia.
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Riferimenti bibliografici
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Strumenti elettronici in cd-rom utilizzati:
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